mercoledì, 24 Aprile 2024
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L’alfabeto espressivo di Alfonso Leto in mostra alla Fondazione Sant’Elia, a Palermo

Quarant’anni di pittura in novanta “Opere Scelte”. E’ questo il titolo della mostra dedicata ad Alfonso Leto, uno degli artisti più originali della generazione italiana contemporanea, in programma a Palermo, Palazzo Sant’Elia dal 24 marzo (inaugurazione alle 17,30) e fino al 29 aprile. “Alfonso Leto. Opere scelte 1977-2018” è un progetto della Fondazione Orestiadi, in collaborazione con Fondazione Sant’Elia, che porta la firma autorevole di Marco Meneguzzo, docente dell’Accademia di Brera a Milano e autore di un articolato e documentato percorso di studi sugli artisti siciliani del secondo ‘900. La mostra di Alfonso Leto fa parte del grande cartellone di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018.

Disegni, pitture, combine-painting, mezzi extra-artistici, oggettuali e d’uso concettuale: l’intero alfabeto espressivo di Alfonso Leto, declinato e composto nell’arco creativo di quarant’anni di attività, è esposto alla Fondazione Sant’Elia per raccontare la versatilità e la ricchezza di tecniche e mezzi espressivi delle quali la pittura è mezzo d’elezione. Un’indagine, curata da Meneguzzo, che partendo da un’inquadratura storica, consegna alle nuove generazioni una visione d’insieme, complessa ed eterogenea, all’interno di un percorso che – anche quando ricorre ad altri mezzi espressivi – resta comunque fedele a se stesso. Memoria del passato e senso del futuro, in Alfonso Leto, tessono la trama di un continuum sempre vivificato da una tensione a procedere che si rivela un presente ancora gravido di originalità e tensione creativa.

“Alfonso Leto – spiega in catalogo il curatore, Marco Meneguzzo – è uno scanner vivente. Un analista del reale, di tutto ciò che capita entro il suo raggio d’interesse (si badi, non nel suo raggio d’azione, e neppure nel suo raggio visivo), e che viene elaborato secondo codici autogeneranti e autogeneratisi. I codici, ancor più dei linguaggi, cambiano abbastanza rapidamente nel corso degli anni, ma lo scopo è sempre lo stesso: la codifica del reale secondo parametri intellegibili. Di fatto, questo è il compito dell’intellettuale, e difatti Leto è prima di tutto un intellettuale, poi un artista, perché dall’arte ha mutuato i suoi codici di riferimento e comunicativi”.

Originario di Santo Stefano di Quisquina, nell’Agrigentino, dove vive e lavora, Alfonso Leto viene identificato spesso con l’etichetta di artista eclettico, surrealista, psichedelico. Definizione che rimanda agli anni Settanta e Sessanta. Leto non rinnega: “Per molti di noi – spiega – questa pittura fantastica era l’unica via d’uscita dalla “vulgata” guttusiana, dalla Guttuso-connection che aveva occupato la sensibilità siciliana, e con essa le gallerie e il mercato. Accanto a questo, come punto di riferimento avevamo – avevo – un legame forte con una figura storica del Gruppo ‘63, Gaetano Testa, che è stato per me un maestro. Grazie a lui ho compreso che il “centro” è dove noi siamo, e da lì dobbiamo agire, stabilendo un sistema di comunicazione col luogo e dal luogo in cui vivi e da cui teorizzi il tuo linguaggio e in cui agisci le tue relazioni umane”.

Alla mostra  Palazzo Sant’Elia  è dedicato un catalogo edito da Fondazione Orestiadi.

SCHEDA MOSTRA
Alfonso Leto. Opere Scelte. 1977-2017
A cura di Marco Meneguzzo

Fondazione Sant’Elia
Via Maqueda 81 | Palermo
24 marzo > 29 aprile

Inaugurazione: 24 marzo, ore 17,30
Orari: martedì | venerdì 9,30 > 18,30
sabato | domenica 10 > 13 e 15,30 > 18,30.
Chiuso il lunedì

Biglietti: Intero € 5 | ridotto € 4

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