venerdì, 19 Aprile 2024
spot_img
HomeculturaI siti militari della II guerra mondiale in Sicilia: un patrimonio da...

I siti militari della II guerra mondiale in Sicilia: un patrimonio da tutelare e valorizzare a fini turistici

Il “Censimento e rilevamento casematte militari” (Progetto CE.R.CA.MI.) è stato portato avanti negli ultimi 14 mesi, ed ha coinvolto i ricercatori storici di Palermo Pillbox Finders. Dei risultati ottenuti si è parlato questa mattina all'Assessorato Regionale al Turismo, Sport e Spettacolo, a Palermo

L’Assessorato Regionale al Turismo, Sport e Spettacolo di Palermo, ha ospitato stamani la presentazione ufficiale del lavoro svolto, negli ultimi 14 mesi, dai volontari e ricercatori storici dell’Associazione Culturale Palermo Pillbox Finders che, attraverso il Progetto CE. R. CA. MI. (Censimento e rilevamento casematte militari), hanno avviato, e portato a termine, un censimento riguardante il patrimonio storico militare della seconda guerra mondiale in Sicilia, nonché uno studio dettagliato sui siti militari, di interesse storico, ancora presenti nella nostra Regione.

Alla conferenza erano presenti e sono intervenuti: l’Assessore Regionale al Turismo, Sport e Spettacolo, Sandro PappalardoGiampiero Cannella, giornalista e autore del libro “Task force 45 scacco al califfo”; Michelangelo Marino, Presidente dell’associazione “Palermo Pillbox Finders”; Tiziana Campisi, ingegnere civile e docente all’Università degli Studi Kore di Enna; Alberto D’Agata, archeologo; e alcuni soci dell’associazione “Palermo Pillbox Finders”.

Un incontro che è stato anche occasione per riflettere sulla vastità del patrimonio storico ed architettonico che comprende i siti e le fortificazioni militari, realizzati in Sicilia, per difendere l’Isola durante l’ultimo conflitto mondiale. Il lavoro condotto dai ricercatori ha anche analizzato le potenzialità turistiche che il patrimonio storico-militare siciliano è in grado di offrire, ovvero quelle di un “turismo storico” come già avviene in altre parti d’Italia e d’Europa: dai rifugi antiaerei di Campo Tizzoro, ai sistemi museali di Belgio, Germania, Francia e Malta, solo per citare alcuni esempi. Tra gli obiettivi del Progetto CE.R.CA.MI, vi è sicuramente quello di far conoscere questo immenso patrimonio storico ed architettonico anche a cittadini e turisti. Un patrimonio, insomma, da tutelare e salvaguardare, oltre che da valorizzare ai fini turistici.

«Il governo regionale ha individuato il turismo bellico dedicato ai conflitti mondiali come un  settore strategico sul quale puntare, per una politica del turismo che intraprenda un’efficace attività di destagionalizzazione, e contribuisca a registrare un sensibile incremento dei flussi di viaggiatori verso la Sicilia – ha spiegato l’Assessore Regionale al Turismo, Sport e Spettacolo, Sandro Pappalardo -. 

Questo segmento turistico, a parere del nostro Governo, ha ancora ampi margini di crescita, e potrà divenire tra i settori portanti dell’economia dell’Isola se si riuscirà ad importare strategie vincenti come quelle già attuate in numerose realtà europee.  Sono d’altronde numerosi i segnali del notevole interesse verso le testimonianze storiche del secondo conflitto mondiale che popolano diffusamente la Sicilia – prosegue l’Assessore Pappalardo – il Museo storico dello sbarco di Catania, con i suoi 4.400 mq., è il più grande spazio espositivo sul tema dopo quello di Londra.

Abbiamo realtà bellissime ma poco conosciute, il primo, indispensabile, passo è stato allora la costruzione di strumenti normativi per attuare le nostre idee, come la legge 12 del luglio 2018 che completa quanto già avviato dalla legge 5 del 2015 per il primo conflitto mondiale. Da qui – conclude – è stato possibile partire con progetti stimolanti come CE.R.CA.MIche, con questa minuziosa attività di ricerca sul territorio, ha permesso di mappare i luoghi, e tracciare itinerari lungo i territori della memoria in Sicilia. Un’attività encomiabile perché, nel creare e promuovere percorsi attraverso i luoghi della storia più recente, si alimenta sia il ricordo di chi li ha vissuti, che l’interesse e la sensibilità al tema di giovani e studenti che hanno fin qui conosciuto tutto ciò  unicamente dai manuali di storia o dal racconto degli anziani».

Sull’importanza strategica dello sviluppo del turismo storico è intervenuto l’archeologo Alberto D’Agata, che ha detto:  «Il patrimonio storico-militare siciliano della Seconda Guerra Mondiale è tra i più importanti ed unici del panorama Europeo. È fondamentale garantirne la tutela affinché se ne preservi la memoria per le generazioni future. Dobbiamo inoltre essere consapevoli del potenziale che quest’ultimo può garantire in termini di sviluppo turistico, sia di tipo locale, ma soprattutto extraregionale, in particolare attraverso i cosiddetti “Battlefield Tour”.

Il nostro patrimonio deve essere visto come una risorsa per creare un modello culturale stile “Normandia”, dove il turismo di questo genere è stato ampiamente sfruttato, creando sviluppo economico. Ci si auspica che vengano emanati i Decreti Attuativi della nuova Legge Regionale n. 12 del 12 luglio 2018, la quale finalmente pone una reale attenzione verso questi beni culturali fin adesso ignorati e bistrattati».

Durante la conferenza, sono stati resi noti i dati raccolti, e proiettati filmati ed immagini delle postazioni militari siciliane, descrivendone anche le caratteristiche strategiche e le peculiarità tecniche, come il mascheramento che, per bellezza ed unicità, le rendono, insieme alle fortificazioni sarde, tra le più belle ed originali presenti in tutto il mondo. Si è parlato altresì dei graffiti, segni ed incisioni che, in alcuni casi, sono stati rinvenuti all’interno delle postazioni, ricostruendone, ove sia stato possibile, l’identità e la storia dei militari posti a difesa delle stesse.

«Il lavoro di censimento realizzato dai ricercatori di Palermo Pillbox Finders rappresenta, per metodologie e accuratezza, una novità assoluta nel panorama della ricerca storica relativa alla II Guerra Mondiale in Sicilia – ha affermato Giampiero Cannella -. Casematte, piazzole e altre strutture militari sono una testimonianza ancora viva di un periodo terribile eppure suggestivo. Proprio come le antiche e ultra secolari torri d’avvistamento posizionate lungo la costa siciliana, costruite per segnalare la minaccia di un attacco dei pirati barbareschi, i bunker, a difesa dell’integrità territoriale italiana, sono oggi, e saranno ancora di più in futuro, beni culturali da tutelare e valorizzare.

L’attività dei Pillbox Finders, infatti, non è meritoria di attenzione soltanto per il lavoro di ricerca, ma anche per la possibilità che offre alle Istituzioni di riqualificare un patrimonio storico-culturale, e su di esso, costruire percorsi turistici dedicati, proprio come accade in Normandia o in altri luoghi significativi della storia contemporanea».

Tra casematte, aeroporti, aeroscali, caserme, idroscali, sbarramenti difensivi, postazioni radar, batterie antiaeree ed antinave, aviorimesse, depositi, si contano più di 1.329 siti e fortificazioni militari di alto interesse storico presenti in Sicilia, ed in molti casi, unici per soluzioni tecniche ed architettoniche utilizzate nella costruzione: dalle casematte camuffate da absidi normanne, ai finti castelli posti a presidio di importanti arterie di comunicazione, passando dalle case coloniche con dentro dei veri e propri bunker.

«L’esigenza di un censimento è nata dall’importanza che le Postazioni militari locali (fortini, caserme, postazioni antiaeree, trincee) hanno assunto in questi anni nel contesto socio-culturale della nostra comunità suscitando un crescente interesse in ricercatori, appassionati, cittadini e turisti – ha precisato l’ingegnere Tiziana Campisi -.

Il censimento delle postazioni militari su base Provinciale, si incentra sulla localizzazione territoriale delle stesse, sulla constatazione del grado di conservazione, sul rilevamento delle geometrie nonché dall’interesse storico storico-architettonico che queste rappresentato. Strettamente connesso al censimento, è la definizione dello stato di conservazione che viene e verrà perseguita attraverso una serie di attività atte a definire in primis lo stato di degrado del bene e a mantenerne l’integrità, l’identità e l’efficienza funzionale attraverso uno studio mirato ed approfondito».

Un ruolo importante lo ebbero anche le piste degli aeroporti, realizzati per fare della Sicilia una base strategica nel Mediterraneo. Piste, che ancora oggi, recano le tracce dei bombardamenti. A protezione delle città siciliane, si costruirono quindi numerosi “capisaldi difensivi costieri”, molti dei quali situati in zone paesaggistiche mozzafiato, spesso difficili da raggiungere.

In questi 14 mesi di ricerca sul campo, i ricercatori ed i volontari di “Palermo Pillbox Finders” si sono avvalsi di tecnologia satellitare e di droni, battendo a tappeto la Sicilia in cerca di fortificazioni, capisaldi difensivi, trinceramenti, vecchi aeroporti di guerra, e raggiungendo così  ben 455 luoghi, tra siti e fortificazioni militari, valutandone, per quelli tecnicamente e strategicamente ritenuti più intessenti, lo stato di conservazione e l’importanza architettonica per potere, eventualmente, proporne la riqualificazione a beneficio della comunità.

«Siamo particolarmente felici di presentare i dati di 14 mesi di censimento e studio dei siti e delle fortificazioni militari della Seconda Guerra Mondiale ancora presenti in Sicilia – ha dichiarato Michelangelo Marino, Presidente Palermo Pillbox Finders -. Il nostro lavoro, che ha visto la sinergia e l’impegno di ricercatori, studiosi, archeologi e volontari, mirerà a fare si che finalmente l’immenso patrimonio storico, che le nostre fortificazioni costituiscono, possa essere fruito dall’intera comunità e possa essere riqualificato e tutelato dagli enti preposti e dalle Associazioni di settore, come previsto dalle ultime leggi in materia di tutela e valorizzazione del patrimonio storico-militare».

Le iniziative svolte nel 2018

Nel corso dello scorso anno, i ricercatori storici di Palermo Pillbox Finders hanno organizzato tre aperture al pubblico relative a tre siti d’interesse storico diversi. Il primo appuntamento ha riguardato la postazione di San Cataldo a Terrasini (Palermo) nell’ambito della manifestazione “Open day – fortini aperti”; la seconda apertura è avvenuta, ad Isola delle Femmine (Pa) in riferimento alla casamatta sita sul Lungomare dei Saraceni, evento inserito all’interno della manifestazione culturale “La Settimana delle Culture”; il terzo appuntamento è stato invece a Palermo alla scoperta del fortino che si trova al Foro Umberto I, in occasione della ricorrenza del 75° anniversario dello sbarco in Sicilia (Operazione Husky) e del passaggio delle Frecce Tricolori sopra i cieli palermitani.

In queste tre occasioni di aperture al pubblico, durate un’intera giornata, i soci e volontari dell’Associazione hanno accolto gratuitamente 769 visitatori in totale.

Conferenza ce.r.ca.mi
Cartina della Sicilia con le postazioni difensive della II guerra mondiale
CORRELATI

Ultimi inseriti