sabato, 20 Aprile 2024
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Calvino, il “premio” e tu: preludio alla finale della XIV Edizione del Premio di narrativa “Caffè Letterario Moak”.

Come ogni anno l’ombra di uno scrittore giunge dal passato e il suo profilo, in tutta letteraria grandezza, passa dalla china di un bravo vignettista a un foglio. L’omaggio diventa così per un anno icona del prestigioso e ambito Premio nazionale “Caffè Letterario Moak”, che si svolge a Modica, riservato a giovani autori esordienti e inediti. Per strano caso, in questa edizione corrente, l’ombra è quella di Italo Calvino, che sta seduta sopra a un ammasso di libri. La posa è simile a quella del “pensatore” di Rodin,

Omaggio 2015 del Premio Caffè Letterario Moak a Italo Calvino
Omaggio 2015 del Premio Caffè Letterario Moak a Italo Calvino

ma che pensa Calvino di fronte alla Mondadori, che, come un “buco nero”, fagocita tutta la “galassia” Rizzoli-Corriere della Sera? L’operazione in sé, anche se la cautela è d’obbligo, inevitabilmente ridisegna un sistema editoriale (comunque) in affanno. A sentire i più, la forte concentrazione falserebbe i mercati, a sentire altri, invece, li scuoterebbe portandoli a ridestare un apparato librario (in certi casi) stagnante. Per non eccedere in cautele soporifere l’impegno è vigilare, ma chi dovrebbe farlo? Ad ogni modo, se l’obiettivo di fondo resta allontanare i libri dalla soffitta, portarli in stampa (o ristampa) e rieducare palati giovani e adulti alle “raffinate letture”, la grande abbuffata di carta non sarebbe del tutto disprezzabile. Se si reinvestisse il profitto, portandolo dalla fascia di narrativa leggera (quella di facile vendita, per intenderci) a quella qualitativamente seria e (in molti casi) in produzioni introvabili, si potrebbe restare abbastanza contenti alla lunga. Ma che misura avrebbe questo profitto in recupero? e chi decide “cosa buona e giusta” oppure no? Di fronte a queste domande il Calvino-Rodin continua a rimanere perplesso e la sua ombra-icona appare più vicina a un’enigmatica “gioconda”. Egemonie nascenti e critiche a parte, torneremo a riparlarne. Per adesso è necessario che la nostra attenzione si sposti alle nascenti scritture. Il 10 ottobre, con la serata di gala, si conclude in quest’angolo di Sicilia letteraria e barocca, in provincia di Ragusa, l’edizione 2015 del “Caffè Letterario Moak”. Il “Concorso”, giunto alla XIV edizione, ha il suo culmine nella serata di premiazione presso gli avveniristici spazi architettonici del centro direzionale Caffè Moak. Il Marchio, mecenate e promotore dell’iniziativa, è esempio d’imprenditoria made in Sicily in giro per il mondo. Si pensi all’apertura, nel 2006, del “Moak Corner”, la prima caffetteria del mercato cinese che assieme ai precedenti punti di Taiwan e Taipei contribuisce a diffondere la cultura

Mauro Covacich, presidente del Premio Caffè Letterario Moak 2015
Mauro Covacich, presidente del Premio Caffè Letterario Moak 2015

dell’espresso italiano nei mercati asiatici. In questi giorni, dunque, Calvino passeggia tra i vicoli di questa Sicilia dagli aromi di caffè e che profuma di memorie letterarie. Il poeta Quasimodo nacque qui a Modica e vi trascorse i primi anni dell’infanzia (a lui, nel 1959, l’Accademia assegna il Premio Nobel per la Letteratura). Anche lo scrittore Gesualdo Bufalino è nato a pochi passi da Modica: Comiso, per la precisione. Si dedicò alla scrittura, quasi come un Saramago siciliano, alla veneranda età di 61 anni. Forti su di lui le pressioni e le  ascendenze di Elvira Sellerio e di Leonardo Sciascia. Scrisse senza lasciare mai questo lembo di Isola. Il suo romanzo d’esordio “Dicerie dell’untore” ricevette il Premio Campiello nel 1981. Poi lo scrittore, nel 1988,  vinse pure lo Strega con “Le menzogne della notte”. L’aria del ragusano, dunque, è buona per le promesse di scrittura, ma come nasce l’interesse e il successo

crescente suscitato dal nostro “Premio Letterario” modicano? In primis, dall’ottima levatura dei giurati negli anni (dai critici e saggisti Salvatore Silvano NigroMassimo Onofri e Salvatore Ferlita, agli scrittori e clubbisti di Casa Bellonci, in quanto Strega-finalisti, Roberto Alajmo e Valeria Parrella, per citarne solo alcuni)  e poi dall’essere questo evento in sé, un nobile trampolino di lancio per talentuose scritture. Scorrendo l’Albo d’oro, infatti, e solo per citare tre casi, ritroviamo come esempi di edizioni passate: Monica Gentile, già vincitrice dell’edizione 2011 e in precedenza seconda classificata nel 2006, Premio Letterario per la narrativa Città di Castello 2013 e pure Premio Edizione

Iaia Forte (attrice) con la vincitrice Monica Gentile (Premio Letterario Moak 2011)
Iaia Forte (attrice) con la vincitrice Monica Gentile (Premio Letterario Moak 2011)

Straordinaria al Pisa Book Festival 2013 con il romanzo d’esordio “Tira scirocco” (edito dalla Pacini Editore di Pisa); poi Massimo De Angelis, secondo classificato dell’edizione 2011, ma anche Premio Solinas Storie per il Cinema 2013 e, precedentemente, Premio Solinas per la sceneggiatura 2011; infine Roberta Lepri, vincitrice dell’edizione 2008 e che dal 2010 pubblica con l’Editore Avagliano di Roma. Per tornare a questa XIV edizione, la giuria è composta dagli scrittori Mauro Covacich, presidente (finalista del Premio Strega 2015 con “La Sposa”, Edizioni Bompiani), Elena Stancanelli (giornalista “La Repubblica” e che ha pubblicato con Einaudi, Minimum Fax), Gianluca Morozzi (Fernandel e Guanda, oltre che musicista) e Guido Conti (prima Guanda, poi Mondadori). A questi s’aggiunge anche il “Premio Mauri“, come libraia dell’anno, Enza CampinoI cinque finalisti in gara (coi loro racconti), invece, sono: Ilenia Maria Calafiore (Come nascono gli imperi), Grazia Maria Natalia Lauria (Il senso del caffè), Gaia Gentili (Chicchi sotto la lingua), Roberto Gerace (Conforti Politici di Elide e Arturo) e Daniela Grandinetti (Caffè in fabbrica). Talentuosi aspiranti alle prossime edizioni del “Premio”, dunque, state in campana. Allenate i vostri sensi di scrittura con le precedenti antologie (per saperne di più, http://www.caffe-letterario.it/edizioni-antologie.php), con l’augurio a tutti noi di una futura editoria più ispirata e di un Calvino ombra sempre meno perplesso.

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