sabato, 20 Aprile 2024
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Al via la realizzazione del film su Giuseppe La Franca. Il set nella provincia di Palermo

Il 2018 darà il via alle riprese del lungometraggioIl coraggio di morire”, tratto da una storia vera, scritto da due sceneggiatori, rispettivamente di Borgetto e di Partinico F.C. e F.B. I luoghi utilizzati per le riprese, interesseranno il territorio partinicese.

Il film è prodotto da “La Magic Effect Production”, società di produzione cinematografica e televisiva, in collaborazione con la PM Management Group Production/Film Production. I casting per la ricerca degli attori, iniziati a Roma e a Milano, hanno fatto tappa in Sicilia e nello specifico a Palermo, a Partinico e Milazzo. Ai provini, oltre ai produttori, presente anche il regista, Claudio Di Napoli, una persona considerata geniale, per la passione e l’esperienza, messa in campo sul set.

Il film ripercorre, per la prima volta, la vita del partinicese Giuseppe La Franca, ucciso dalla mafia il 4 gennaio 1997, nelle campagne di Cambuca a Grisì. La sua storia è una testimonianza preziosa, per chi s’interroga sulla legalità e la sua immagine, rappresenta un modello per le nuove generazioni.

L’avvocato La Franca, nasce a Partinico nel 1924. Dopo la scuola superiore, segue il corso di studi in giurisprudenza, conseguendo la laurea. Proprietario terriero, appassionato di campagna, concilia questa sua passione con l’impiego, presso il banco di Sicilia di Palermo. Nella sua città era conosciuto da tutti, per la sua disponibilità, onestà, tenacia e cortesia. Abitava a Partinico e ogni giorno, a bordo della “littorina”, si recava a Palermo, per raggiungere il posto di lavoro. Era legatissimo ai suoi genitori ed ebbe una storia d’amore con una donna, vedova e madre di tre figli che, Giuseppe La Franca, cresce e ama come fossero suoi. Una vita normale, divisa tra campagna e città. La Franca difendeva, con la fermezza che lo caratterizzava, la libertà, le sue terre e la sua dignità. La sua forza di trasformare la paura, in coraggio, il suo invocare ad alta voce, giustizia, verità e dignità, non hanno subito un arresto con la sua morte, ma hanno risvegliato le coscienze, dando voce a una memoria da trasmettere ai giovani, richiamandoli al senso di una legalità da costruire, a partire dai piccoli gesti quotidiani.

Oggi, come ieri, alla parola legalità, deve essere, ideologicamente, associato il termine libertà. Per vivere all’insegna della legalità, è necessario il rispetto delle regole. Occorre svestirsi di ogni ruolo e funzione ed incontrare, fuori dagli schemi e dai percorsi già battuti, l’altro, percorrendo insieme la strada del bene comune, uniti da un anello che salda la responsabilità individuale, alla giustizia sociale. Il rapporto con le regole non può essere inteso come puro adeguamento e neppure può essere dettato dalla convenienza o dalla paura. Le regole parlano ad ognuno di noi, hanno il volto della legge, un volto spesso lontano, severo, che risponde all’esigenza di vivere una vita libera e dignitosa. I temi della legalità, della lotta alla mafia, della democrazia, non possono rimanere soltanto belle parole, portati via dal vento e cancellati dalle prime piogge, ma devono porre l’attenzione sul lavoro, sullo studio, sulla possibilità di guardare con fiducia il domani. E’ indispensabile quindi, intraprendere la strada dei propri ideali e dei propri sogni, in nome del cambiamento e del riscatto della nostra terra.

E’ questo il testamento morale che Giuseppe La Franca lascia a tutti noi.

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